Ciao a tutti, amici! Ho scoperto da poco, da poco mi hanno comunicato i dati di accesso a questo mio sito, che siamo una bella comunità, che in tanti seguite qui quello che scrivo. Sono contento: ciao a tutti!
“Non dirmi che hai paura” per me è stata e continua a essere una meravigliosa avventura, che è nata, come tutte le migliori, nella solitudine dello studiolo dove scrivo, ed è arrivata in tutto il mondo, negli occhi e nei cuori di centinaia di migliaia di persone in più di quaranta paesi del mondo. Incredibile a pensarci e a immaginarlo!
Qui vi voglio raccontare un pochino del tour che ho fatto in Canada qualche settimana fa, per l’anteprima dell’edizione Penguin (il più grande e prestigioso editore del mondo, eh!) per USA e Canada, appunto. Insomma, mi hanno spedito per festival letterari in Canada, a farmi intervistare e a leggere pagine di “Non dirmi” (che lì si chiamerà “Don’t tell me you’re afraid”) prima dell’uscita (prevista per la primavera del 2016). Ci siamo portati avanti, e abbiamo approfittato del fatto che in Canada ci sono questi meravigliosi festival letterari coast-to-coast, in molte città, e tutti tra ottobre e novembre.
Quindi sono stato a Vancouver (nell’immagine c’è il pubblico di Vancouver per la mia apertura del Vancouver Writer’s Fest), Calgary, Toronto, Montreal e Quebec City ed è stato meraviglioso. Comincia ad esserci molta attenzione anche lì sul tema dei temi (secondo me) della nostra contemporaneità: le migrazioni. Ne ho parlato tanto, letto dal romanzo e partecipato a molte tavole rotonde (che lì chiamano “panels”), e l’attenzione era altissima.
Quello che spero più di tutto è che “Non dirmi che hai paura” possa fare in America quello che ha fatto in Italia e in Europa: ribaltare in chi legge la considerazione su un fenomeno centrale su cui normalmente si hanno pregiudizi (anche io ne avevo prima di mettermici anima e corpo).
Ora so che è possibile. Che un romanzo può far muovere muscoli (generare corse, nominare campi da corsa, palestre, piscine, ecc) ed energie di tutti i tipi (opere d’arte in onore di Samia, concerti, street art, fumetto, cinema, teatro, ecc), muovere le più grandi organizzazioni mondiali: l’ONU. Ora so che è possibile, e quindi spero che il romanzo possa farcela anche lì.
Ma io vado avanti, ovviamente, come la vita, che non si ferma mai!
E tra non troppo vi parlerò del mio nuovo romanzo.
Stay tuned…
Ciao!