Luciano Bianciardi, scrittore libero, dissacratore, respinto e respingente, mai canonizzato, il meno novecentesco tra gli autori, con una lingua prensile che racconta in presa diretta il boom economico degli anni ‘60 e chi saremmo diventati, con il vuoto di senso che si sarebbe scavato nelle nostre vite sempre più piene. A cinquant’anni dalla sua morte, provo a raccontare su L’Espresso perché nessuno ci ha mai raccontati come lui.