Italiana ha vinto il Premio Manzoni 2021 (selezionato da una giuria di critici presieduta da Ermanno Paccagnini e assegnato da una giuria popolare di 110 lettori forti), e nello stesso giorno ha vinto il premio della Critica al Premio Brianza 2021.
E’ un onore. Vincere il premio Manzoni (in finale con i romanzi di Andrea Molesini e Martina Merletti) per un romanzo come Italiana è un po’ come ritrovarlo nel posto solo immaginato mentre scrivevo. Cerco sin dall’inizio di scavare dentro il rapporto tra “realtà” (in questo caso “realtà storica”, e sempre tra virgolette come diceva Nabokov) e verità letteraria. Non si può dare l’una senza l’altra e questa, almeno per la letteratura italiana moderna, è un’invenzione di Alessandro Manzoni, e noi leggenti e scriventi continuiamo a stare dentro il suo gesto iniziale.
Mi piace l’idea di dedicare questi due premi a chi, spesso forse neppure leggendolo, ha liquidato Italiana come romanzo reazionario o addirittura neoborbonico, quando proprio al contrario è il tentativo di restituire complessità alla nostra identità nazionale e alla narrazione sul modo in cui ci siamo riconosciuti e non smettiamo di riconoscerci come italiani. Siamo tutti figli di un bruciante tradimento, e la storia reale di una donna, ricavata dalle carte dei suoi processi – la sua storia sentimentale e politica -, illumina questo tradimento, e la letteratura può cercare di raccontarlo e quindi di ridarci nuova vita.
Grazie!